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AMORE...INFERNO...DOLORE...MISTERO..ALDA MERINI
IERI HO SOFFERTO IL DOLORE
Ieri ho sofferto il dolore, non sapevo che avesse una faccia sanguigna, le labbra di metallo dure, una mancanza netta d'orizzonti. Il dolore è
senza domani, è un muso di cavallo che blocca i garretti possenti, ma ieri sono caduta in basso, le mie labbra si sono chiuse e lo spavento è entrato nel mio petto con un sibilo fondo e le fontane hanno cessato
di fiorire, la loro tenera acqua era soltanto un mare di dolore in cui naufragavo dormendo, ma anche allora avevo paura degli angeli eterni. Ma se sono così dolci e costanti, perchè l'immobilità mi fa
terrore? (da "La terra santa")
Il mio passato Spesso ripeto sottovoce che si deve vivere di ricordi solo quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato e’
come se non ci fosse mai stato. Il passato e’ un laccio che stringe la gola alla mia mente e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo di chi non ha vissuto. Quello che ho gia’ visto non conta piu’ niente. Il passato ed il futuro non sono realta’ ma solo effimere illusioni. Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante.
AMORE VOLA DA ME
Amore, vola da me con l'aeroplano di carta della mia fantasia, con l'ingegno del
tuo sentimento. Vedrai fiorire terre piene di magia e io sarò la chioma d'albero più
alta per darti frescura e riparo. Fa' delle due braccia due ali d'angelo e porta anche a me un po' di pace e il giocattolo del sogno. Ma prima di dirmi qualcosa guarda il genio in fiore del mio cuore.
IO NON HO BISOGNO DI DENARO
Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino
gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni
e dà colori nuovi.
PRIMA DI VENIRE PORTAMI TRE ROSE ROSSE
PRIMA DI VENIRE PORTAMI 3 ROSE ROSSE Alda Merini Prima di venire Portami
tre rose rosse Prima di venire ... Portami un grosso ditale Perché devo ricucirmi il cuore E portami una lunga pazienza Grande come un telo d’amore Prima di venire Dai un calcio al muro di fronte Perché li dentro c’è la spia Che ha guardato in faccia il mio amore Prima di venire Socchiudi piano la porta E se io sto piangendo Chiama i violini migliori Prima di venire Dimmi che sei già andato via Perché io mi spaventerei E prima di andare via Smetti di salutarmi Perché a lungo io non vivrei
* CANZONE PER ALDA MERINI * ROBERTO VECCHIONI
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo, si vive afferrandosi a qualunque sguardo, contandosi i pezzi lasciati là fuori, che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori. Io non scrivo più niente, mi legano i polsi, ora l'unico tempo è nel tempo che colsi: qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l'amore che manca è l'amore che fa male. Ogni
uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato; ogni amore della vita mia ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora
Dalla
casa dei pazzi, da una nebbia lontana, com'è dolce il ricordo di Dino Campana; perchè basta anche
un niente per essere felici, basta vivere come le cose che dici, e divederti in tutti gli amori che hai per non perderti, perderti, perderti mai.
Cosa non si fa per vivere, cosa non si dà per vivere, guarda... Io sto vivendo; cosa mi è costato vivere? Cosa l'ho pagato vivere? Figli, colpi di vento... La
mia bocca vuole vivere! La mia mano vuole vivere! Ora, in questo momento! Il mio corpo vuole vivere! La mia vita vuole vivere! Amo, ti amo, ti sento!
Ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato; ogni amore della vita mia ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora
* I poeti lavorano di notte * Alda Merini
I poeti lavorano di notte quando il tempo non
urge su di loro, quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. I poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere iddio ... ma i poeti nel loro
silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle.
Intervista molto bella e interessante. " Non cercate di prendere i poeti perchè vi scapperanno tra le dita "
Una confessione commovente
Il racconto di Alda Merini degli anni in manicomio I rapporti con il marito,
i farmaci, l'elettroshock. Ecco l'articolo scritto per OK dalla grande potessa, scomparsa a 78 anni "Fui quindi internata a mia insaputa, e io nemmeno sapevo dell'esistenza
degli ospedali psichiatrici perché non li avevo mai veduti, ma quando mi ci trovai nel mezzo credo che impazzii sul momento stesso: mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto molta fatica a uscire. Mi ribellai. E fu molto peggio La sera vennero abbassate le sbarre di protezione e si produsse un caos infernale. Dai miei visceri partì
un urlo lancinante, una invocazione spasmodica diretta ai miei figli e mi misi a urlare e a calciare con tutta la forza che avevo dentro, con il risultato che fui legata e martellata di iniezioni calmanti. Non era forse la mia una ribellione umana? Non chiedevo io di entrare nel mondo che mi apparteneva? Perché quella ribellione fu scambiata per un atto di insubordinazione? Un po' per l'effetto delle medicine e un po' per il grave shock
che avevo subito, rimasi in istato di coma per tre giorni e avvertivo solo qualche voce, ma la paura era scomparsa e mi sentivo rassegnata alla morte.
Quella scarica senza anestesia Dopo qualche giorno, mio marito venne a prendermi, ma io non volli seguirlo. Avevo imparato a risconoscere
in lui un nemico e poi ero così debole e confusa che a casa non avrei potuto far nulla. E quella dissero che era stata una mia seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di
coercitiva punizione. Il manicomio era sempre saturo di fortissimi odori. Molta gente addirittura orinava e defecava per terra. Dappertutto era il finimondo. Gente che si strappava i capelli, gente che si lacerava le vesti o che cantava sconce canzoni. Noi sole, io e la Z., sedevamo su di una pancaccia bassa, con le mani raccolte in grembo, gli occhi fissi e rassegnati e in cuore una folle paura di diventare come quelle là. In quel manicomio esistevano gli orrori degli elettroshock. Ogni tanto ci assiepavano dentro una stanza e ci facevano quelle orribili
fatture. Io le chiamavo fatture perché non servivano che ad abbrutire il nostro spirito e le nostre menti. La stanzetta degli elettroshock era una stanzetta quanto mai angusta e terribile; e più terribile ancora era l'anticamera, dove ci preparavano
per il triste evento. Ci facevano una premorfina, e poi ci davano del curaro, perché gli arti non prendessero
ad agitarsi in modo sproporzionato durante la scarica elettrica. L'attesa era angosciosa. Molte piangevano. Qualcuna orinava per terra. Una volta arrivai a prendere la caposala per la
gola, a nome di tutte le mie compagne. Il risultato fu che fui sottoposta all'elettroshock per prima, e senza anestesia preliminare, di modo che sentii ogni cosa. E ancora ne conservo l'atroce ricordo." Alda Merini (scritto per OK La salute prima di tutto nel maggio 2006)
LA TERRA SANTA di Alda Merini
LA TERRA SANTA di Alda Merini Ho conosciuto
Gerico, ho avuto anch'io la mia Palestina, le mura del manicomio erano le mura di Gerico e una pozza di acqua infettata ci ha battezzati tutti. Lì dentro eravamo ebrei e i Farisei erano in alto e
c'era anche il Messia ... confuso dentro la folla: un pazzo che urlava al Cielo tutto il suo amore in
Dio. Noi tutti, branco di asceti eravamo come gli uccelli e ogni tanto una rete oscura ci imprigionava ma andavamo verso le messe, le messe di nostro Signore e Cristo il Salvatore. Fummo lavati e sepolti, odoravamo di incenso. E, dopo, quando amavamo, ci facevano gli elettrochoc perchè, dicevano, un pazzo non può amare nessuno. Ma un giorno da dentro l'avello anch'io mi sono ridestata e anch'io come
Gesù ho avuto la mia resurrezione, ma non sono salita ai cieli sono discesa all'inferno da dove riguardo stupita le mura di Gerico antica.
(da "La terra santa")
LA TERRA SANTA di ALDA MERINI
Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
IO SONO FOLLE DI TE, AMORE
* io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.*
Sono folle di te, amore che vieni a rintracciare nei
miei trascorsi questi giocattoli rotti delle mie parole. ...
Ti faccio dono di tutto se vuoi, tanto io sono solo una fanciulla piena di poesia e coperta di lacrime salate, io voglio solo addormentarmi sulla ripa del cielo stellato e diventare un dolce vento di canti d'amore per
te.
TU NON SAI - ALDA MERINI
* Tu non sai : ci sono betulle che di notte levano le loro radici e tu non crederesti mai che di notte camminano o diventono sogni.*
Tu non sai : ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c'è un violino d'amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l'ho già detto : i poeti
non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire
IERI HO SOFFERTO IL DOLORE da * La terra santa*
Ieri ho sofferto il dolore, non sapevo che avesse una faccia sanguigna, le labbra di metallo dure, una mancanza netta d'orizzonti. Il dolore è senza domani, è un muso di cavallo che blocca i garretti possenti, ma ieri sono caduta in basso, le mie labbra si sono chiuse e lo spavento è entrato nel mio petto con un sibilo fondo e le fontane hanno cessato di fiorire, la loro tenera acqua era soltanto un mare di dolore in cui naufragavo dormendo, ma anche allora avevo paura degli angeli eterni. Ma se sono così dolci e costanti, perchè l'immobilità mi fa terrore?
QUELLE COME ME....
"Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto"
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive. Quelle come me donano l’Anima, perché un’anima da sola è come una
goccia d’acqua nel deserto. Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio di cadere a loro volta. Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro. Quelle
come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano, tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo. Quelle come me quando amano, amano per sempre. e quando smettono d’amare è solo perché piccoli
frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita. Quelle come me inseguono un sogno quello di essere amate per ciò che sono e non per ciò che si vorrebbe fossero. Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei
valori che, ormai, sono caduti nel dimenticatoio dell’anima. Quelle come me vorrebbero cambiare, ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo. Quelle come me urlano in silenzio, perché la loro voce non si confonda con le
lacrime. Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore, perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla. Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio, non riceveranno altro che briciole. Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso, purtroppo, fondano la loro esistenza. Quelle come me passano inosservate, ma sono le uniche che ti ameranno davvero. Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto…
" Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura " Alda Merini
" non puoi senitre le mie lacrime....perchè le lacrime non fanno rumore "
LE LACRIME NON FANNO RUMORE | | Il dolore è nell’aria, lo respiro ogni volta che il pensiero cade su di te, avrei voluto che le tue braccia diventassero sponde forti dove appoggiarmi quando il mio cammino si fosse fatto lento Avrei voluto fidarmi del tuo domani lasciandomi cullare dai ricordi Eri il fiore voluto, cercato ora così lontano .. sfiorito da false illusioni
e danze di fantasmi, maschere bugiarde pronte a ingannare il tuo tempo e la tua mente. E io resto qui…con
una lama nel cuore a guardare il tuo salto nel buio Le mie mani non riescono a raggiungerti Troppe luci che ti abbagliano .. troppo il frastuono che hai intorno… non
puoi sentire le mie lacrime… perché le lacrime non fanno rumore… |
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