1948
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose nè catino d'argento,
certo avrai sete
non ho bevanda fresca da offrirti,
certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido,
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto
prato,
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre,
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme,
ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
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